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I MIEI 26 ANNI DI LAVORO …

Già, tu chi sei istruttore?!? Tu che entri in sala, posi il tuo borsone vicino allo stereo, saluti tutti con un sorriso, accendi l’impianto, l’anima, i polmoni, guardi con spirito analitico tutti i presenti e in tre secondi ti si disegna nella testa ogni esercizio che andrai a proporre… tu che alla fine della lezione rimetti tutto dentro, chiudi la zip, ti fai una doccia, monti in macchina e te ne torni a casa o ti sposti altrove per ripetere le stesse operazioni.
Chi sei.. istruttore? Tu che sembri non avere mai una nota storta, tu che emani positività ed energia, tu che hai grinta da vendere… tu che spesso vieni visto come un marziano inattaccabile da qualsiasi preoccupazione. Chi sei tu… istruttore? Tu che vivi sempre con la musica addosso, che sembri partorito più da un subwoofer che da una madre in carne ed ossa. Istruttore, tu che ti sposti macinando chilometri su chilometri, tu che sei sempre dovunque e in ogni data per portare dappertutto tutto ciò in cui credi e per cui vivi.
Eh già, istruttore, io so chi sei. Sei quello che si sveglia la mattina sapendo di dover mettere davanti a tutto e tutti una disumana voglia di star bene, quantità industriali di sorrisi, valanghe di energia e soprattutto tanto ma tanto impegno a far sempre bene quel che fai. Istruttore tu sei quello che passa metà della notte a preparare le lezioni del giorno dopo, sei quello che passa ore ad aggiornarsi, a scaricare manuali e musiche, a leggere, a studiare, a correre sulle strade per arrivare a tenere corsi, a seguire formazioni, dare esami per tutta la vita, sei quello che ha sempre la borsa nel bagagliaio, che in certi periodi dell’anno vive più su treni, auto e aerei che non nel letto di casa propria. Sei quello che quando torna a casa sta lesso come il Cristo scrociato. Sei quello che in macchina pensa di continuo alle sue classi e ai programmi delle lezioni che farai da li a pochi minuti. Sei quello che non ha una domenica libera, che magari certe sere in cui potrebbe non esce da casa perché l’indomani deve svegliarsi all’alba o perché durante il giorno ha già finito le forze.
Istruttore, tu sei quello che c’è sempre, che non lascia nessuno indietro, sei quello che gira per la sala incrociando sguardi, incoraggiando chi esita, gratificando chi ci riesce, sei quello che spesso ascolta cazzate di un’ignoranza disarmante, sei quello che non riconosce le persone delle proprie classi fuori dalla palestra perché senza sfattezza e sudore addosso non sai chi siano.
Sei quello che tira giù tutti i santi col padreterno capofila quando vedi che qualcuno che ti piglia da intrattenitore sociale, quando vedi nelle tue lezioni chi si perde in chiacchiera senza nemmeno badare che esisti dimenticando che ogni singolo minuto di quella lezione ti è costato altrettanto tempo sveglio la notte prima. Sei quello che spesso si sente dire “fai di meno”, quello che spesso percepisce la metà del compenso che vale, quello che non ha garanzie, che non ha malattie ne’ ferie pagate, ma va bene così.
Sei quello che nella maggior parte dei casi porta avanti più attività, perché solo di questo non tutti ci vivono. Sei quello che sa bene di avere un limite, quello del giorno in cui il tuo corpo ti ordinerà di smettere. Sei quello che nonostante ciò continua a farlo ogni giorno come se non ci fosse mai un domani. Sei quello che se ha mezz’ora al giorno per star seduto a non pensare è già grasso che cola. Tu che quando stai male soffri e piangi in silenzio, perché gli altri devono vedere solo i sorrisi. 
Eh già istruttore, tu sei questo, un legionario del sacrificio, uno che mette dietro a tutto questo mondo la vita personale, il proprio riposo, uno che fa lezione anche se sta a pezzi, uno che sorride anche se gli fa male l’anima, sei uno che toglietegli tutto ma non la possibilità di spingere il play sullo stereo della sala.
Sei uno che non vive tutto ciò come fosse una semplice attività e basta. Tu sei uno che la respira, la sente battere nel petto… con il cervello che mai si distacca da quel che fai. Ecco chi sei, il principe del sudore, l’alfiere della dedizione e a volte anche lo schiavo di te stesso. Ecco cos’è, perché se questo lavoro non valesse più della tua stessa vita non saresti un istruttore. E tu sai che lo fai per un attimo, solo per quell’attimo, quello in cui qualcuno ti guarda, sorride e ti dice che la lezione è piaciuta. E va bene così.

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