
Teoria del Caos: cognitive reflections
Cognitive reflections sul Caos, elemento chiave di ogni istante che scorre sul nostro pianeta, sebbene Galileo Galilei disse che “”Il mondo naturale va descritto con il suo linguaggio, e questo linguaggio è la matematica””. Ma forse anche la generazione del caos è pura matematica, una branca incomprensibile però per noi piccoli uomini. Se ogni volta che ci troviamo impegnati a fare qualcosa che non ci riesce o siamo testimoni di eventi a cui non sappiamo dare una spiegazione e approfondiamo la nostra interpretazione degli eventi stessi, emerge ovunque il Caos come evidenza costante di ogni processo dinamico di elevata complessità di relazioni, é evidente che noi non arriviamo a comprendere ogni evento legato alla vita ma infine lo accettiamo in modo fatalistico.
La domanda che mi pongo è se il Caos sia conseguenza della limitata capacità intellettiva dell’uomo cioè della nostra concezione interpretativa della realtà, o se esso sia una conseguenza diretta delle leggi della natura… Einstein era convinto che l’ immaginazione e la saggezza fossero strumenti di conoscenza più potenti delle conoscenze storicamente acquisite, dopo aver sperimentato tutta una serie di paradossi, prodotti dalla interpretazione della meccanica quantistica, si disse convinto che : “”Dio non gioca a dadi con la natura””…
Frase con la quale evidenziò la teoria che il Caos dipende da una dimensione inadeguata delle nostre conoscenze, proprio in quanto esse sono limitate nella loro capacita di comprendere e rappresentare fenomeni dinamici complessi, ecco perché si dice che noi con le nostre scelte, le nostre azioni siamo fautori del nostro destino, semplicemente perché non capendo in modo esatto e mirato quale sia la strada migliore, molto spesso (con una percentuale nella casistica molto alta) imbocchiamo quella errata.
Questo “”modus operandi “” è applicativo e applicato a molti piani del nostro esistere, per nulla soggettivo o esoterico ma saldamente legato alla Fisica, alle tempeste elettromagnetiche, all’equipararsi di Energia e Materia, due variabili cognitive molto importanti, a Spazio e Tempo e perché no? Allo scontro delle forze cosmiche.
In questi campi Einstein cercò a lungo di determinare una variabile nascosta nel processo di costruzione dell’Universo con “”ordine”” e “”disordine””, ma l’uomo ha ugualmente dato il via a un aspetto creativo del processo evolutivo, pur nel suo caos di base, ha espresso la volontà di maggiorare, di potenziare la sua capacità espressiva per “”raccontare””, pur non arrivando a comprendere tutto e rimuovendo questo senso di limitazione.
Ogni forma d’arte, ma nello specifico la danza, pare una pura espressione entropica, cioè di manifestazione del caos, ma questo se ci atteniamo alle teorie della meccanica quantistica; però abbiamo nel pacchetto delle varie possibilità anche la teoria in cui credono gli Indù e cioè che la loro divinità, Shiva, crea e mantiene l’armonia cosmica grazie alla danza. Se cesserà la danza vi sarà l’entropia, e quindi la morte dell’universo. Ecco una contraddizione che crea caos nel caos, ma resta il fatto che la danza è la manifestazione artistica più spontanea dell’uomo dagli albori, gli permette di creare figure e sculture in movimento e non solo di scandire, ma anche di creare la musica per danzare: è possibile ascoltare la musica del proprio corpo o “”comporla”” col suono delle mani e dei piedi.
Recentemente è stato aggiunto un nuovo elemento che mette in discussione ogni possibile ipotesi e congettura, la meccanica quantistica e forse anche l’esattezza matematica dell’equilibrio universale e cioè: la sintropia, scoperta da Luigi Fantappiè nel 1940 ; essa dà una luce nuova al senso dell’Entropia che da sola non rappresenterebbe altro che un perenne inutile tentativo della materia di “”restare in piedi””, di esistere mentre ora, in coppia con l’altra, ne diviene il “”corpo””: e ogni dispersione può essere considerata differenziazione…
La sintropia è complessità, è sinonimo di vita, espressa in molteplici forme come ne possiamo vedere danzare ovunque, mentre l’Entropia le fornisce continuamente la materia semplice a cui dare “”vita””. La prima crea e l’altra distrugge, ma per creare di nuovo, in un moto perpetuo senza fine. L’uomo comprende tutto questo?
Oppure vive questo bilanciarsi delle variabili nascoste con un’accettazione mistica? Avvalendosi di concetti come “”Fatalità””, “”Destino””, “”fortuna””, “”Magia””? L’universo si regge su di una scienza esatta che si manifesta attraverso il Caos, ma matematicamente, o l’uomo padroneggia energia e materia sintropicamente? In tutto questo non dobbiamo dimenticare la forza dei sentimenti…l’amore…ma questo è un altro discorso…